La sua rete di fedelissimi era stata arrestata a settembre, così Messina Denaro è costretto a far ritorno a Campobello.
Se Matteo Messina Denaro è tornato a Campobello di Mazara favorendo con più semplicità al suo arresto, è dovuto solo agli arresti degli ultimi dieci anni delle forze dell’ordine siciliane. I fedelissimi del capomafia erano rimasti in pochi ormai, e in vista delle sue condizioni di salute sempre più precarie, è stato costretto a tornare a casa anche se a suo rischio e pericolo.
Il ritorno a Campobello
Le precedenti operazioni chirurgiche di Messina Denaro erano avvenute lontane da casa, in strutture in cui poteva contare sulla parola di medici e prestanome. Negli ultimi dieci anni però, la Procura di Milano si era occupata di numerosi arresti nella rete dei favoreggiatori che il boss si era costruito attorno a sé durante gli anni d’oro.
Potendo contare ormai sui pochi fedelissimi residenti a Campobello di Mazara quindi, il latitante è stato costretto a far ritorno a casa in seguito ad aver scoperto la sua malattia. Questo, nonostante sapesse bene di esporsi alla possibilità di un arresto. In altre parole, se la Procura non si fosse occupata di fermare i favoreggiatori del boss, quest’ultimo ad oggi sarebbe ancora latitante.
L’arresto di 35 criminali
Il crollo della rete di mafiosi che si trovavano attorno a Messina Denaro è avvenuta già a settembre scorso, quando l’operazione antimafia Hesperia ha portato all’arresto di 35 persone legate a Cosa Nostra. Gli indagati, accusati a di estorsione, traffico di droga e altri reati minori, sono noti della criminalità di Marsala, Campobello e Castelvetrano.
Da oltre trenta anni gli indagati proteggevano la latitanza del boss. Durante le intercettazioni, alcuni di loro avevano precisato: “Matteo Messina Denaro è vivo e vegeto”. Dopo qualche mese, anche il mafioso di Cosa Nostra viene arrestato, ma al momento sembra non voler collaborare.